Skills Match

Una rubrica di approfondimento su tematiche di rilievo nel #mondo del lavoro

Una decina di anni fa, quando ancora non si parlava di strumenti di Skills Match, ma ci si affidava prevalentemente ad esperti psicologi del lavoro per capire se fosse o meno opportuno investire su una particolare risorsa, ebbi la fortuna di imbattermi in uno dei primi strumenti di SKILLS MATCH che all’inizio mi lasciò fortemente dubbioso, ma poi mi conquistò pienamente.

Gli americani, da sempre ossessionati dalle misurazioni delle qualità intellettive e potenzialità individuali, cominciarono ad utilizzare strumenti di analisi psicometrica delle skills di un individuo, combinando statisticamente i valori ottenuti con le skills necessarie a svolgere una certa mansione, in un certo comparto produttivo, in un certo territorio e con certe persone.

In pratica, era in grado di valutare statisticamente quanto una persona fosse adatta a svolgere un particolare lavoro!

Da una ricerca dell’università di Harvard, venne fuori quanto una persona che svolge con passione un’attività (perché affine alle proprie skills), riesca a svolgere il proprio lavoro in un terzo del tempo impiegato da chi non appare coinvolto dall’attività svolta.

In pratica, con una corretta analisi del candidato o delle risorse a disposizione, rispetto alle attività affidate e alla composizione del team, si potrebbe essere tre volte più produttivi a parità di costi o ridurre ad un terzo i costi del personale.

Da allora sono fortemente attratto da strumenti che, se ben utilizzati dagli HR manager, possono facilitare il processo di selezione o il piano di carriera delle risorse in azienda. Negli anni, con i sistemi di AI è possibile analizzare sempre meglio i dati raccolti da indagini psicometriche, del linguaggio o basate su altri principi scientifici e anticipare momenti di particolare stress della risorsa o di sviluppo del potenziale.

Ma siamo ancora lontani!

LUIGI MASELLI
DIRETTORE PUGLIA DI FMTS GROUP