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Diego Antonacci – Co-founder Impact Hub Bari
Chi sei?
Sono Diego Antonacci, laureato in Scienze Politiche, dal 2001 durante il percorso di studi ho cominciato anche il mio percorso imprenditoriale. Dopo varie esperienze nell’ambito dell’innovazione e della tecnologia, ho cofondato nel 2011 la società The Hub Bari srl lanciando quindi nel 2012 Impact Hub Bari il primo spazio di coworking del nostro territorio.

Raccontaci in 10 battute la tua azienda.
The Hub Bari è nata con l’obiettivo di contribuire alla crescita della Puglia innescando sul territorio una forte carica di innovazione necessaria in un momento storico in cui il cambiamento in pieno svolgimento era ancora poco percettibile. Il primo passo è stato quello di dotare il nostro territorio di uno spazio fisico che potesse essere un luogo di incontro e di contaminazione dei tanti semi di innovazione che stavano cominciando a germogliare sul territorio. Questo luogo, facilitatore di processi, è appunto Impact Hub Bari, uno spazio di coworking e un incubatore di idee che nel corso degli anni è diventato quello che immaginavamo al momento del suo concepimento: un laboratorio di innovazione.
Nel corso di questi anni analizzando, sperimentando e attivando diverse pratiche e modelli, intercettando numerose competenze e professionalità, abbiamo posto le basi affinchè lo spazio, le sue persone e i progetti nascenti diventassero agenti di cambiamento positivo del territorio e della società. Tra i più importanti progetti nati in questi anni ci sono Sprint nell’ambito della formazione, del lavoro e delle imprese, e Spazio Murat/Puglia Design Store nel campo dell’arte e della cultura contemporanea.

Quale tema chiave stai affrontando in questo periodo?
I temi chiave su cui sto focalizzando la mia attenzione negli ultimi tempi sono vari perché molto trasversali, ma volendoli riassumere è proprio il tema della trasformazione di paradigma e di processi, di cui la tecnologia ne è il vettore e lo strumento, che sta attraversando il mondo della formazione, del lavoro e del fare impresa. Tematiche quali trasformazione digitale, startup, transizione scuola-lavoro, soft skills, multipotenzialità e altre, sono le key words che riempiono le mie giornate lavorative e con cui cerco di proporre dei modelli che possano contribuire ad attraversare al meglio i cambiamenti della nostra epoca.

Ami il tuo lavoro? Perché?
Innanzitutto amo la nostra terra, questo ha segnato importanti scelte di vita tra cui quella di restare e crescere professionalmente qui. Allo stesso tempo ho preso l’impegno di non giocare un ruolo passivo ma di impegnarmi, di rischiare e di utilizzare le mie capacità affinchè il mio lavoro potesse dare un contributo alla crescita e allo sviluppo della nostra comunità.
Mi piace moltissimo il mio lavoro, e allo stesso tempo lo rispetto perché grazie ad esso ho potuto convogliare molte passioni e attitudini in ciò che faccio quotidianamente. La continua ricerca, le sperimentazioni, i tanti cambiamenti, una visione chiara ma elastica, le variegate relazioni sociali, fanno sì che ogni mattina al mio risveglio sia felice, sereno e consapevole di poter dare anch’io un piccolo contributo alla rivoluzione che è in atto.

Un aspetto del tuo carattere
Restando in argomento, forse opterei per tenacia e determinazione. Queste caratteristiche mi hanno dato la possibilità di non gettare la spugna nei momenti di difficoltà, di migliorare dagli errori, di avere costanza in ciò che faccio e pazienza nell’attesa dei risultati. Queste caratteristiche ci aiutano a raggiungere i nostri obiettivi, gli elementi esterni che possono interferire ci sono e non sono pochi ma gran parte dei traguardi dipendono dal nostro approccio e dal nostro modo di essere, nella vita e nel lavoro. A volte ci possiamo riuscire e a volte no, ma l’importante è crederci fino in fondo.